#giùlemanidaportoferro – Il dibattito pubblico

Il nostro intervento al dibattito pubblico organizzato dal comitato #giùlemanidaportoferro

Un’altra occasione di confronto civile e costruttivo, persa dall’amministrazione comunale….

“Ringrazio il comitato per il prezioso lavoro di analisi e critica costruttiva sul PUL e  per averci invitato al dibattito, dandoci occasione, oltre che di esprimere la nostra opinione,  di far conoscere la nostra storia.

La cooperativa Piccoli Passi opera a Porto Ferro da ormai 10 anni.

Molti di voi ci conosceranno quali gestori del Baretto e del Lido Tre Torri (unica concessione oggi esistente a Porto Ferro, che andrà a bando europeo alla scadenza del titolo concessorio nel 2020)

Ma la nostra storia inizia da più lontano e già in passato abbiamo dovuto fare i conti con le scelte comunali di pianificazione territoriale: il Surf Camp Porto Ferro, centro vacanze dedicato ai minori normodotati e disabili e agli adulti disabili,  unico nel suo genere in Sardegna ed uno dei pochi in Italia, che abbiamo gestito fino a 9 anni fa nell’area retrostante la spiaggia è stato spazzato via dal  PUC;  nonostante  nostri sforzi, i nostri appelli alla politica, le richieste delle famiglie e delle associazioni perché l’attività potesse continuare.

Ci siamo dovuti reinventare e, fermamente convinti del valore del fare impresa sociale, abbiamo continuato a perseguire obiettivi di inclusione attraverso progetti di reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati (cosa che facciamo tutt’ora attraverso la gestione delle attività a Porto Ferro)

In questi anni abbiamo cercato un dialogo con l’amministrazione comunale in merito allo sviluppo condiviso e partecipato delle immense potenzialità di Porto Ferro; uno sviluppo compatibile con le caratteristiche uniche dell’area, con le sue peculiarità ambientali.

Abbiamo chiesto

  • che venisse migliorata la viabilità;
  • che fossero realizzati parcheggi in modo da impedire che le auto sostassero in pineta;
  • che fosse attivata una linea di bus in modo da alleggerire il traffico dei mezzi nell’area.

Ci siamo offerti per

  • creare aree sosta per biciclette
  • curare la manutenzione della sentieristica e della cartellonistica a supporto delle attività di escursionismo
  • creare un info point al Baretto, con l’amministrazione che sarebbe stata semplicemente impegnata a fornirci materiale da distribuire gratis ai turisti.

NON ABBIAMO RICEVUTO UNA SOLA RISPOSTA.

Capirete dunque come – a gennaio –  la notizia dell’inizio dell’iter di approvazione del PUL , con modalità che avevano del tutto ignorato il confronto con i cittadini e con gli operatori economici presenti nelle aree interessate, ci abbia ulteriormente amareggiato.

Subito abbiamo manifestato il nostro disappunto all’amministrazione con una lettera nella quale lamentavamo la mancanza di coinvolgimento degli attori sociali.

Nella stessa lettera – pur riconoscendo ovviamente  la necessità del Piano di Utilizzo dei Litorali e  l’attesa disposizione di regole e programmi a valere sui – troppo spesso dimenticati – litorali del territorio comunale – sottolineavamo come oggi la spiaggia di Porto Ferro sia

  • una meta privilegiata del turismo attivo, sensibile alla sostenibilità ambientale delle attività svolte nell’area, culturalmente ricettivo e alla ricerca di eventi di qualità;
  • una meta balneare adatta anche ai disabili ed alle persone con difficoltà motorie, grazie al lido attrezzato con passerelle e JOB e il punto ristoro privo di barriere architettoniche;
  • una località frequentata da una utenza variegata, grazie alla diversificazione dei servizi offerti: lido, punto ristoro, area sport, noleggio attrezzature sportive, maneggio, escursioni curate da associazioni del luogo, eventi musicali e culturali organizzati dalla cooperativa anche in collaborazione con associazioni del settore, iniziative per bambini e adolescenti
  • una spiaggia dalle caratteristiche naturali uniche, dove la previsione di 3 concessioni demaniali ci pareva un’assurdità

Questo era per noi il contesto del quale il PUL avrebbe dovuto tenere conto.

Quando invece  il Piano di Utilizzo dei Litorali è stato pubblicato ed il modello di sviluppo “svelato” nei suoi particolari, abbiamo purtroppo dovuto constatare che l’amministrazione era andata ben oltre le nostre peggiori aspettative

Mi riferisco ad una pianificazione completamente avulsa dalla realtà dei luoghi; alle evidenti difficoltà tecniche per la realizzazione di quanto  previsto; alla incomprensibile valutazione  sulla adeguatezza dei parcheggi.

Mi riferisco all’idea di sviluppo che ha guidato l’amministrazione nelle sue scelte: una idea uguale per aree completamente differenti tra loro; legata a vecchi modelli di utilizzo del bene “spiaggia”; colpevolmente ignara del fatto che oggi lo sviluppo del turismo in Sardegna deve passare per l’offerta di opportunità di fruizione del territorio che implichino destagionalizzazione e crescita di nuove professionalità, così come il rispetto delle caratteristiche dei luoghi e delle loro peculiarità ambientali.

Penso a modelli differenti rispetto a quelli previsti nel PUL a opportunità da cogliere che realmente potrebbero fare la differenza nella gestione del territorio e nella vita delle comunità:

all’ampio spettro di attività sportive/escursionistiche/di educazione ambientale  che potrebbero svilupparsi su base non stagionale;

-al dimenticato Santuario Pelagos (Santuario dei cetacei), al quale il comune di Sassari ha aderito lo scorso giugno e che potrebbe rappresentare una opportunità reale per sviluppare progetti di eccellenza ambientale con interessanti ricadute sul territorio

Penso, per deformazione professionale, a reali opportunità di inclusione sociale e inserimento lavorativo che potrebbero nascere da progetti di fruizione e tutela del territorio, con orizzonti temporali che vadano al di là della stagione balneare. (Programmi di riforestazione/Formazione di Guardie ambientali ecc )

Per concludere

Non siamo –   mai potremmo esserlo per onestà intellettuale – contrari allo sviluppo di servizi a Porto Ferro, ma riteniamo che altre debbano essere le formule ed i modelli da proporre.

Come operatori presenti a Porto Ferro da anni, possiamo dire di aver visto la spiaggia trasformarsi da luogo sconosciuto ai più a luogo amato da molti, anche a causa del suo essere “restia” all’addomesticamento

Come operatori economici  – e rimanendo all’oggetto del PUL – abbiamo cercato di rispettare tale suo carattere, allestendo un lido con poche postazioni, ma garantendo i servizi minimi compresa l’accessibilità.

Se il PUL sarà approvato così com’è, entro 6 mesi dalla sua approvazione dovremo adeguare il modello di gestione dell’area demaniale a quello previsto entro 6 mesi; saremo costretti ad adeguarci ad un modello che non condividiamo e che non condivide la gran parte degli  utenti della spiaggia.

Che a nostro parere  – fortunatamente – non condivideranno neanche gli uffici comunali preposti al rilascio delle autorizzazioni che hanno come riferimento gli stretti vincoli di tutela che gravano su tutta l’area e che ovviamente il PUL non può aggirare.

DUNQUE,

-ci auguriamo che l’amministrazione ripensi il PUL, segnatamente per l’area di Porto Ferro

-ci auguriamo che Porto Ferro diventi la scommessa vinta dall’amministrazione sulle scelte partecipate e condivise in merito alla realizzazione di progetti di sviluppo, fruizione turistica  e tutela ambientale.

 

“Sardus